La frase “Stiamo tornando indietro” non è più solo un modo di dire ma diventa un dato di fatto.
L’acquisto di un’azienda non poteva quindi rimanere estranea a questo detto, soprattutto se parliamo di modalità di pagamento. Ricordiamo infatti che una volta, le compravendite, si facevano con le “pile di cambiali”. In mancanza di denari e di credibilità bancaria, l’acquisto a rate di un’attività, diventa elemento fondamentale per il perfezionamento della trattativa. Ed ecco i primi dubbi che il venditore si vede costretto a soddisfare.
<<E se poi non mi pagano?>>
Un buon contratto che tuteli il creditore è d’obbligo, ma non basta. Servono garanzie che avvallino la forma scritta e che mettano la parte debitrice nella condizione di dover soddisfare pienamente l’obbligazione presa. La più gettonata (ma ce ne sono molte altre) è la “riserva di proprietà” rafforzata dall’obbligazione cambiaria. Uno strumento che permette al creditore di rientrare in possesso dell’attività venduta se l’acquirente non rispetta i termini di pagamento scritti nel contratto.
La normativa è lunga e complessa ed impone un’attenta consulenza da parte di un professionista del settore. Evitate il “fai da te”, non vi conviene.
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